Jelly 2, ecco lo smartphone Android più piccolo del mondo

Jelly 2, ecco lo smartphone Android più piccolo del mondo

SI CHIAMA Jelly ed è lo smartphone 4G Android più piccolo al mondo. Lo avevamo già visto ma ora torna in una versione rinnovata ed è equipaggiato con l’ultima versione disponibile del sistema operativo del robottino verde, la 10. Come sempre, è stato lanciato sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter e ha già convinto migliaia di persone che hanno versato oltre 455 mila dollari per finanziarne lo sviluppo, assicurandosene un esemplare al prezzo di 159 dollari (ma ci sono anche pacchetti speciali fino a dieci pezzi per circa 1.400 verdoni) e mandando esaurite le offerte scontate dei primi giorni. L’obiettivo della raccolta è stato dunque decuplicato, visto che il gruppo cinese Unihertz chiedeva intorno ai 40 mila dollari.

Jelly 2, ecco lo smartphone Android più piccolo del mondo

Display enormi, schermi sempre più sofisticati (curvi o piatti che siano), refresh rate a 90 Hz ormai come standard del settore, massima attenzione al design e al suono per non parlare del comparto fotografico. Il mondo degli smartphone, che pure sta affrontando mesi complessi (nel primo trimestre del 2020 le vendite sono calate del 20%, anche in Cina sono scese a giugno del 16%), ci ha abituato a prestazioni e dimensioni avanzatissime, specialmente nei modelli cosiddetti top di gamma. Eppure c’è una fetta di nostalgici che non vede l’ora di mettersi in tasca (per esempio, quella piccola dei jeans) un piccolo smartphone 4G completo di ogni funzionalità.

Jelly 2, infatti, sfoggia un display da 3 pollici (per capirci, quello dell’Apple Watch con cassa da 44 mm misura 1,78 pollici) con risoluzione 480×384 pixel. A muoverlo c’è un chip MediaTek Helio P60, un processore del 2018 usato su modelli come Realme 3, Wiko View 3 Pro od Oppo F9 soprattutto sui mercati indiani, cinese e del Sudest asiatico. Lo aiutano però ben 6 GB di Ram e 128 di memoria, nulla di meno di un’accoppiata di media fascia sul mercato dei fratelli maggiori. Supporta la geolocalizzazione, monta un lettore di impronte digitali sul retro e offre una fotocamera da 16 Mpixel oltre a un sensore frontale da 8, per scatti di certo mediocri come spiega chi l’ha già testato. La batteria è da 2.000 mAh, più o meno la metà di quelle che alimentano telefoni più grandi e il doppio del primo Jelly, e le prime consegne dovrebbero arrivare intorno alla fine dell’anno.

Jelly 2, ecco lo smartphone Android più piccolo del mondo

La storia di Unihertz, con base a Shanghai, è ricca di esperimenti di successo di questo tipo. Nel 2017 ha infatti lanciato il primo Jelly, che proprio su Kickstarter raccolse più di 10mila contributi per un totale di oltre 1,2 milioni di dollari messi insieme e consegnò 30mila pezzi in 70 paesi del mondo. Poi il gruppo ha sviluppato anche altri dispositivi come il “rugged” Atom, il clone di BlackBerry Titan e Atom XL per i quali ha sempre raccolto tanti soldi sulla piattaforma. Adesso ci riprova con questo singolare telefono grande come una carta di credito: ne esistono altri molto piccoli ma Jelly 2, dicono da Unihertz, è il 4G più piccolo in circolazione.

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In realtà è appena più grande del predecessore, compromesso inevitabile per guadagnare un minimo di diagonale del display, salendo da 2,75 a 3 pollici, e rendere utilizzabile in modo decente la tastiera. D’altronde la destinazione non è certo quella di un uso intenso né multitasking, verrebbe da ridere solo a pensarlo, ma semmai come smartphone secondario, o d’emergenza, da consultare di tanto in tanto, magari in viaggio. Oppure come dispositivo ideale per chi vuole “staccare” e disintossicarsi anche plasticamente, sganciandosi dai giganti che ci portiamo in tasca con un gadget di poco più grande della custodia di un paio di auricolari wireless.

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Spesso 16,5 mm, e questo è uno dei punti deboli, il piccolo Jelly 2 incorpora un’uscita mini jack per le cuffie con filo, un tasto programmabile come scorciatoia da collegare a una specifica funzione come aprire la fotocamera o una particolare app, e un sensore Nfc che lo rende compatibile con i pagamenti di prossimità, per esempio quelli con Google Pay. Ma ha pure uno slot per le schede MicroSD con cui espandere la memoria e, questione non secondaria, è dual Sim. Lo standard Bluetooth è tuttavia fermo alla versione 4.2, che garantisce una velocità massima di comunicazione di 1 Mbps.

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“Con tanti anni di esperienza nell’industria degli smartphone, siamo fiduciosi nei nostri processi e nel programma di produzione per Jelly 2 – rassicurano da Unihertz, coscienti che spesso i progetti proposti in crowdfunding subiscono enormi ritardi o addirittura deragliano senza mai arrivare alla meta – non è la prima volta che ci muoviamo in questo ambito e sappiamo cosa aspettarci. Sappiamo tuttavia che spesso capitano problemi imprevedibili e ostacoli inattesi. Se qualcosa andrà male aggiorneremo i sostenitori”. Che intanto hanno versato quasi mezzo milione di dollari, sulla fiducia.

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