Dopo le chiavi dell’auto sull’iPhone ecco i brevetti Apple per sostituire patente e passaporto

Dopo le chiavi dell’auto sull’iPhone ecco i brevetti Apple per sostituire patente e passaporto

INTANTO le chiavi dell’auto. Poi, più avanti, il passaporto, la carta d’identità, la patente e molti altri documenti ufficiali. Questo sembrerebbero lasciar intendere cinque brevetti, di cui dà conto AppleInsider, nei quali il colosso di Cupertino dettaglia i metodi attraverso i quali la carta d’identità di un utente possa essere registrata, trasmessa e validata dall’ente che l’ha emessa. Per poter essere digitalizzata sul telefono. Nei cinque documenti depositati all’Us Patent & Trademark Office da diversi esperti ma per conto di Apple l’iPhone, sempre più scrigno delle nostre esistenze, non viene ovviamente mai citato. Ma per centinaia di volte i prospetti si riferiscono a dispositivi che chiaramente, anche dai disegni allegati, indicano lo smartphone di casa così come l’Apple Watch, l’HomePod o il MacBook.

Tutti i brevetti sono battezzati “Providing Verified Claims of User Identity” e appunto vi si specifica il funzionamento di un “dispositivo basato su un sistema per verificare l’identità che includa almeno un processore configurato per ricevere e verificare la richiesta e che disponga delle informazioni per identificare lo stesso utente”, come spiega uno di questi documenti con un vocabolario sempre piuttosto curioso, com’è tipico di questi documenti. “La richiesta verificata dev’essere convalidata da un server basato sulla certificazione dell’informazione da un provider separato ma in modo specifico per il dispositivo”. Suona familiare? Pur nei passaggi un po’ involuti del lessico da inventori, sembra di di rintracciare l’eco di un meccanismo di certificazione che garantisca la privacy con protocolli specifici destinati ai prodotti Apple con cui collegarsi ai server degli enti pubblici, verificare ad esempio la validità di una carta d’identità e infine memorizzarla nel Wallet dell’iPhone. Lì dove già ora teniamo le carte di credito usate con Apple Pay o le carte d’imbarco per gli aerei e domani potremo custodire tutto il resto.

Dopo le chiavi dell'auto sull'iPhone ecco i brevetti Apple per sostituire patente e passaporto

 

Non sarebbe certo una sorpresa. All’ultima Worldwide Developer Conference Apple ha infatti svelato Car Keys. Incluso nel nuovo aggiornamento del sistema operativo per iPhone, iOS 14 in arrivo in autunno con i nuovi smartphone, consentirà di digitalizzare la chiave della propria auto, aprendola e mettendola dunque in moto semplicemente con l’iPhone, attraverso il lettore Nfc sulla maniglia e in un vano interno dell’abitacolo. Serve ovviamente che le vetture siano predisposte, e infatti si inizierà dai prossimi mesi con la Bmw Serie 5 del 2021 (dove il sistema si chiamerà BMW Digital Key). La casa tedesca è la prima a lanciare una simile collaborazione con Cupertino. Il proprietario del veicolo e dell’iPhone potrà gestire chi potrà eventualmente usare le sue chiavi e addirittura cosa le diverse chiavi potranno consentire di fare: per esempio solo l’apertura e non la messa in moto della macchina o addirittura impostando, oltre alla velocità massima consentita, il volume dello stereo. Condividere quelle chiavi digitali sarà semplicissimo: lo si potrà fare per esempio tramite un messaggio. Così come in un solo tocco si potranno disattivare tutte le “car key” in circolazione. E se la batteria si scarica? C’è una riserva speciale di cinque ore che consentirà comunque, anche a telefono ormai inservibile, di mettere in modo l’auto.

La sicurezza è garantita dal fatto che le chiavi sono memorizzate nel Secure Element, chip a parte integrato nell’architettura dello smartphone con un proprio ambiente operativo, impenetrabile ad app terze e allo stesso iOS e dedicato alla protezione dei dati di pagamento. Si tratta della porzione del sistema dove oggi sono già parcheggiati i dati delle carte di pagamento e dove un domani potrebbero finire anche le informazioni legate a carte d’identità e altri documenti che Apple potrebbe voler portare a bordo, se quei brevetti troveranno prima o poi una loro strada (ammesso che non l’abbiano già imboccata). Così come la chiave dell’auto digitale può essere disattivata tramite iCloud se si perde l’iPhone o se ci viene rubato, anche i documenti eventualmente custoditi potrebbero avvantaggiarsi di un più rapido sistema di notifiche di questo tipo in caso di smarrimento, scadenza o furto.

Dopo le chiavi dell'auto sull'iPhone ecco i brevetti Apple per sostituire patente e passaporto

L’implementazione di un sistema simile anche per i documenti di riconoscimento consentirebbe inoltre di sfruttare i sensori, dal Face ID a quelli biometrici, inclusi nei diversi dispositivi Apple. Così come nessuno può pagare con una carta di credito Apple Pay senza riconoscimento dell’impronta o del volto, nessuno potrà sfruttare una carta d’identità memorizzata nell’iPhone senza i medesimi passaggi di riconoscimento.

Il meccanismo illustrato nei brevetti, tutti accreditati agli stessi sei autori fra cui Christopher Sharp e Gianpaolo Fasoli, sembrerebbe in effetti poter essere utile per documenti di vario genere: “Consente all’utente di ottenere una certificazione d’identità che possa essere riutilizzata verso differenti provider” dicono i documenti. I due autori hanno all’attivo altri brevetti sul tema della verifica dei dati tramite processori indipendenti sui dispositivi. Una prospettiva che cambierebbe molto anche per i diversi paesi, come l’Italia, impegnati nella difficile campagna di digitalizzazione delle identità con gli strumenti più diversi come Spid o la Carta d’identità digitale di nuova generazione legata a sua volta all’app CieID.

In effetti Apple ha lavorato in passato, sempre con altri brevetti, su modi sicuri per memorizzare la carta d’identità su iPhone e Apple Car, il sistema per le vetture, e ha anche collaborato con gli esecutivi tedesco e britannico per supportare progetti locali di identificazione. Basti pensare al lavoro fatto con Londra sull’applicazione per la Brexit dedicata ai cittadini europei, a cui è stato consentito l’uso del chip Nfc per la scansione dei loro passaporti e per poter dunque sistemare la pratica di residenza in remoto. Oppure a quello con Berlino, dove un progetto del tutto simile a quello illustrato nei brevetti – memorizzare carta d’identità e passaporto sul Wallet dell’iPhone – era stato avviato lo scorso anno. Un obiettivo che da Cupertino non nascondono: “Per essere legale, l’identità dev’essere autenticata dal governo – ha spiegato lo scorso anno Jennifer Bailey, vicepresidente di Apple e responsabile globale per i pagamenti – molti paesi in giro per il mondo iniziano a usare lo smartphone come veicolo per il passaporto. È una prospettiva non troppo lontana ma non arriverà così rapidamente come altre che abbiamo sviluppato”. Intanto, però, è già passato quasi un anno. E dopo Car key i tempi sono più maturi.

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